Duc in Altum - Anno I n. 2 - marzo/aprile/maggio 2016
Estratto editoriale
“Allora Almitra di nuovo parlò e disse: che cos'è il Matrimonio, maestro?
E lui rispose dicendo: voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Donatevi il cuore, ma l'uno non sia di rifugio all'altro, poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori. E siate uniti, ma non troppo vicini: le colonne del tempio si ergono distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro…”
Mi piace introdurre l’Editoriale di questo terzo numero di Duc in altum con una celebre e suggestiva frase tratta dal Profeta, dello scrittore e poeta libanese K Gibran.
Mi sembra, infatti, che in queste poche righe sia ben riassunto il tema che - con la consueta pluralità di prospettive e di sensibilità, e l’arricchente ricchezza di approcci differenti e complementari - ci siamo prefissi di approfondire nelle pagine che seguono: l’amore coniugale.
Ci è parso fosse quasi d’obbligo – dopo aver contemplato, in linea generale, i tratti dell’Amore più grande, che chiede di essere accolto fino al dono della vita, ed averne colto la tipicità essenziale attraverso la grammatica della misericordia – lasciarsi interrogare e, quasi, sorprendere da quella particolare forma di amore che sostiene ed alimenta la famiglia; per dirla proprio con le parole di papa Francesco, l’amoris laetitia che si vive nella famiglia e che è, anche, il giubilo della chiesa (AL 1)
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Grazie a quanti ci hanno aiutato a sviluppare questo tema, così divino e, nello stesso tempo, così tanto umano. Per tutti – tanto quanto per i nostri lettori – un ricordo sincero ed affettuoso, e l’assicurazione di una fraterna preghiera, con l’augurio di un’estate serena.